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Il barocco

Il Barocco ascolano si sviluppa nell'arte religiosa e nell'edilizia privata sotto le spinte della Controriforma da una parte e dell'economia del latifondo dall'altra, che porta molte famiglie nobili alla costruzione di palazzi in città.
 
Gli esponenti del Barocco locale studiano a Roma la lezione del Bernini e ne diffondono ad Ascoli lo stile.
 
Primo tra tutti Lazzaro Morelli - figlio del fiorentino Fulgenzio - maestro a sua volta del nipote Giuseppe Giosafatti, la cui famiglia conta ben quattro generazioni di architetti e scultori (dal capostipite Antonio, a Silvio, ai fratelli Giuseppe e Antonio, ai figli Lazzaro, Lorenzo e Pietro).
 
Quattro chiese ascolane costituiscono vere e proprie pinacoteche del Barocco: S. Maria della Carità, S. Pietro Martire, S. Agostino e S. Angelo Magno. Ad esse si aggiungono le chiese del Carmine, degli Angeli Custodi (Auditorium S. Leonardo), di S. Maria del Buon Consiglio e del Ss. Crocifisso dell'Icona.

 
Ciborio di S. Pietro Martire
Ciborio di S. Pietro Martire

S. Pietro Martire

Gli otto altari della chiesa furono disegnati da Giuseppe Giosafatti e realizzati a partire dal 1674 dal fratello Antonio e dai figli Lazzaro, Lorenzo e Pietro.  
Il più imponente è quello della Madonna del Rosario in marmi policromi, stucchi, oro e statue in marmo bianco di Carrara che rappresentano l'Umiltà e la Purezza.
Notevole è la raccolta di tele di Ludovico Trasi (1634-1694), artista formatosi a Roma nella bottega di Andrea Sacchi.

 
 

S. Agostino

Nella chiesa di S. Agostino si trova l'imponente altare barocco della Madonna della Pace, realizzato da G. Giosafatti con la collaborazione dei figli.

 
 

S. Angelo Magno

I monaci Olivetani, dopo il loro arrivo nel 1461, intervennero più volte nella chiesa: a metà `600 fecero costruire gli otto altari in legno scolpito, arricchendoli con tele di Carlo Maratta, Giuseppe Ghezzi, Giacinto Brandi. Don Tommaso Nardini (1658-1718) dipinse le pareti con storie di angeli, la volta con le Sibille e sull'arco trionfale la caduta di Lucifero.

 
 
Edicola di Lazzaro Morelli
Edicola di Lazzaro Morelli

Edicola di Lazzaro Morelli

A ridosso della zona absidale della chiesa di S. Francesco si erge un'Edicola Sacra, opera giovanile eseguita da Lazzaro Morelli nel 1639.

 
 
S. Maria della Carità
S. Maria della Carità

S. Maria della Carità

La chiesa, detta della Scopa dal nome della Confraternita dei Disciplinati o Battuti dalla Scopa, la cui facciata fu progettata da Cola dell'Amatrice, è un evidente esempio di rimaneggiamento avvenuto negli anni successivi alla Controriforma.
Il suo interno infatti è stato completamente ridecorato con stucchi e affreschi nel sec. XVII.

 
 

Annunciazione di Guido Reni

L'Annunciazione di Guido Reni, eseguita tra il 1628 e il 1629, fu commissionata dalla nobildonna ascolana Dianora Alvitreti per la propria Cappella all'interno della Chiesa della Scopa. Nel 1862 la tela passò al Comune (oggi è conservata nella Pinacoteca Civica), sostituita nella Cappella da una copia eseguita da Ferdinando Cicconi.

 
 
Palazzo Malaspina (sec. XVI)
Palazzo Malaspina (sec. XVI)

I palazzi nobiliari

Numerosi sono i palazzi sorti in questo periodo lungo l'odierno Corso Mazzini, dove si erano attestate le famiglie nobili della città tra i secc. XVI e XVIII: palazzo Malaspina (sec. XVI), palazzo Centini-Piccolomini (sec. XVIII), palazzo Parisani (sec. XVIII), palazzo Lenti (oggi Gallo - sec. XVII), una delle prime opere architettoniche di G. Giosafatti dopo il suo rientro da Roma.

 

Ultima Modifica: 04 Novembre 2021

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