Warning! The template for this page [AmministrazioneComunale-Interno.html] doesn't exists.

TAVOLI DI CONCERTAZIONE PIANO REGOLATORE GENERALE - FOCUS GROUP PROGETTUALE N. 2

 

Politiche di sviluppo delle risorse culturali ed ambientali - Incontro n.1

 

12 novembre 2009 - ore 10,00 - Sala dei Savi - Palazzo dei Capitani

Presenti:
per l'Amministrazione Comunale Ass. Luigi Lattanzi; Ing. Cristoforo Everard Weldon; Ing Vincenzo Ballatori; Arch. Enrica Petrucci; Ing. Maurizio Piccioni; Dott. Nazzareno Rosa

Progettisti P.R.G.: Arch. Serafino Guaiani; Arch. Alessandro Traini

Apre i lavori del Tavolo di concertazione l'Assessore all'Urbanistica Luigi Lattanti, illustrando ai presenti gli obiettivi che si intendono perseguire attraverso questa serie di incontri funzionali all'acquisizione di proposte operative concernenti i bisogni che il nuovo P.R.G. deve soddisfare.

Dopo aver ricordato che il Sindaco parteciperà ai lavori odierni appena ultimati alcuni impegni istituzionali, l'Assessore cede la parola ad uno dei progettisti del P.R.G., l'arch Alessandro Traini.

L'Arch. Traini introduce alcune analisi già condotte per delineare la situazione generale del territorio e riferisce che "nella Giornata dell'Economia tenutasi nel maggio del 2003, la Provincia di Ascoli risulta -in riferimento al periodo 1996/2003- in progressivo peggioramento per quanto concerne la "qualità della vita", mentre "la dotazione di rete stradale presentava un indice tra i più elevati" della Regione. L'andamento delle forze lavoro registrava il tasso più alto di disoccupazione proprio per la Provincia di Ascoli (in modo particolare quello femminile) mentre rimaneva sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti.
Un problema rilevante consiste quindi nella carenza dell'offerta di differenti tipologie di lavoro: emergono, infatti, forti difficoltà nel trovare un'occupazione coerente con le figure laureate, "al contrario si ha un eccesso di offerta di lavoro dequalificato".
La carenza di diverse tipologie di lavoro e la consistente difficoltà a trovare occupazione coerente con il titolo di studio per i laureati ha determinato l'esportazione di risorse umane professionalmente preparate che hanno apportato valore aggiunto per lo sviluppo di altri territori.
Il supporto all'internazionalizzazione e la promozione interna, la semplificazione amministrativa e il decentramento, la formazione e l'aggiornamento degli imprenditori, il sostegno alle imprese che utilizzano il credito e la crescita delle produzioni agroalimentari tipiche risultano obiettivi certamente importanti e condivisibili, necessari ma non ancora sufficienti in un'economia come quella provinciale, variegata, diversamente articolata e per molti aspetti disomogenea.
Per il nostro Comune, invece, i dati relativi all'occupazione e la loro diversa distribuzione tipologica -proprio in una visione complessiva dell'assetto urbano- vanno considerati e rapportati a quelli relativi all'attività costruttrice, dove le imprese edili tradizionali che hanno caratterizzato lo sviluppo degli anni '70-'80 (post-terremoto) e '90, si sono in genere trasformate in società immobiliari.
Se dunque lo sviluppo assicurato dall'espandersi delle attività industriali si è andato spegnendo con l'incremento di altre attività, quella terziaria-commerciale e appunto quella edilizia divenuta un consistente settore d'investimento, al momento non è facile prevedere se ed in quali ambiti economici e sociali potranno manifestarsi, nel presente e nel futuro, reali possibili innovazioni.
Ricorrente è in questi anni il termine "innovazione" che sembra aver sostituito il termine "sviluppo" largamente in uso negli anni cinquanta. Nell'assetto del territorio l'innovazione concerne anzitutto la strumentazione urbana e territoriale, che, nell'ultimo decennio, ha visto le Regioni riscrivere le leggi di questo settore, delegando le Province e -come nel caso delle Marche con il varo del P.P.A.R.- attribuendo al paesaggio un rilievo prima trascurato.
Ma quali i segni davvero innovativi di fronte a una dispersione dell'urbano che caratterizza anche il territorio ascolano, quali i criteri positivi da opporre a una progressiva perdita d'identità e alla disgregazione sociale che può conseguirne?
I luoghi che conformano il vaso territorio comunale di Ascoli sono in realtà numerosi. La lettura delle Parrocchie nel loro assetto post-concordatario fornisce una prima significativa mappatura dei luoghi e delle frazioni, a volte semplici località che la mappa IGM del 1950 registra ancora e che avevano un preciso significato, al pari delle ville e delle case coloniche, nel quadro di una società contadina.
Ma anche i comuni limitrofi costituiscono in qualche modo un prolungamento di Ascoli ed insieme formano un'area che gravita sul capoluogo e genera un rapporto capoluogo/centri minori/frazioni caratterizzato dalla presenza della parrocchia (in alcuni casi anche da un piccolo cimitero), testimonianza di una società contadina raccolta in sè stessa, al cui interno i vari insediamenti avevano scarso rapporto col capoluogo e ancor più complesso con gli altri centri.
Partendo da queste considerazioni, la mappa dell'IGM di metà Novecento ci aiuta a leggere le trasformazioni avvenute ed avvia una riflessione sul territorio che non può non coinvolgere la Vallata del Tronto ed, in prima istanza, auspicare una maggiore sintonia tra il capoluogo e la programmazione regionale, anzitutto per quanto concerne la mobilità, nella consapevolezza che, senza un servizio pubblico efficiente, nessuna infrastruttura stradale volta alla motorizzazione privata può risolvere la questione della mobilità. Senza dimenticare i settori produttivi e senza ignorare l'assetto da attribuire alle sedi universitarie e al loro effettivo decentramento.
Rientrando nell'ambito comunale, è indispensabile formulare degli scenari che possano scaturire dall'esame della situazione esistente per quanto riguarda la dotazione di standard e la riqualificazione urbana. Esistono zone di degrado da risanare e realtà marginali da potenziare per costruire un policentrismo che sia idoneo all'evolversi dell'assetto territoriale di Ascoli e ai comuni limitrofi. Il cambiamento in essere di attività produttive in altri settori - per ora quasi esclusivamente commerciali - dovrà essere guidato da scelte più generali ricompresse all'interno della nuova pianificazione.
In particolare, l'area-problema della Carbon dovrà trovare soluzioni consapevoli dello stato di degrado ambientale esistente ma anche e soprattutto delle aspettative che l'assetto di quest'area richiede, senza isolare il caso dal più ampio contesto paesaggistico e sociale in cui si trova, innescando un'azione autentica di rinnovo urbano.
Le aree e i luoghi da tutelare e conservare non possono infine essere considerati semplicemente come vincoli o addirittura intralci allo sviluppo. Bensì delle risorse straordinarie per ottenere un plusvalore consegnato dalla peculiarità del luogo.
Peculiarità che, organizzate e fruite, possano contribuire alla realizzazione di un distretto culturale. E ad Ascoli la magnificenza dei luoghi, costruiti e naturali, non manca.
In un mondo sempre più globalizzato, che non annulla tuttavia le differenze, anzi le accentua ed esaspera, il locale e l'identità rappresentano una risorsa, un mezzo per individuare la qualità dell'insediamento. Un'azione di autentica riqualificazione di un territorio può ottenersi solo se ne rafforza l'identità. Se si individuano nuove specificità.
L'obiettivo non è quello di prefissare un disegno di "territorio/città ideale", ma di avviare un processo di pianificazione capace di coinvolgere le realtà cittadine e stabilire insieme modalità e tempi, sintonie e sinergie.
Per formare una rete solidale e consapevole di luoghi ed epicentri.

Terminato l'intervento dell'arch. Traini, si registrano i seguenti contributi partecipativi:

Ing. Pasquale Ubaldi in qualità di Presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ascoli Piceno:
 
"Nel ringraziare l'Amministrazione per l'iniziativa avviata, sottolinea l'importanza del Tavolo di Concertazione, come momento di ascolto funzionale all'avvio dell'iter di formazione del nuovo P.R.G..

L'Ordine degli Ingegneri ritiene necessario inserire normative che prevedano il recupero dei sottotetti del centro storico, laddove l'intervento non contrasti con i caratteri storico-culturali dell'edificio.

La nostra Regione non ha ancora normato tale facoltà a differenza di altre Regioni che hanno seriamente favorito la politica di recupero dei sottotetti.

Il nuovo P.R.G. dovrebbe recuperare tutto ciò che non è stato possibile inserire nel Piano Casa regionale, favorendo la "rottamazione" degli edifici ovvero la loro demolizione e ricostruzione per adeguarli alle nuove normative sismiche, energetiche, acustiche.

Viene sottolineata la quasi impossibilità di adeguare una struttura esistente alle nuove normative sismiche se non a costi notevoli in quanti i materiali impiegati (cls, acciaio, ecc) non garantiscono la possibilità di un loro riuso.

Le nuove norme tecniche prevedono una dichiarazione da parte del committente della vita utile di una struttura (mediamente 50 anni).

Arch. Valeriano Vallesi, Presidente dell'Ordine degli architetti di Ascoli:

Come nuovo Presidente dell'Ordine, da poco insediato, mi pongo l'obiettivo di dialogare con le istituzioni e quindi ringrazio sentitamente per l'opportunità offerta con la convocazione dei Tavoli di concertazione..

Vi è, ovviamente, attesa per la redazione del nuovo P.R.G. da parte della categoria che rappresento; l'auspicio degli architetti è quello di pensare alla pianificazione come modello di crescita qualitativa, che è stato nella città puntualmente disatteso per problemi di natura economica e sociale, generando situazioni che nella fase gestionale hanno prodotto interventi privi di qualità, quale l'insediamento del quartiere Monticelli.

L'obiettivo sarebbe quello di giungere ad un piano-progetto inserendo già in fase di piano uno studio progettuale avanzato, in modo da coniugare architettura e pianificazione.

Momento centrale di questo percorso è l'area Carbon che deve essere oggetto di un concorso internazionale di idee, quale momento di crescita per la città.

Inoltre il concorso di idee darebbe all'Amministrazione la possibilità di avere un ventaglio di soluzioni di ampio respiro, portando così la città all'attenzione internazionale come è accaduto in altri casi importanti (si veda il caso della città Bilbao che, con la costruzione del famoso Museo di Frank Gehry si è inserita in un consistente circuito turistico con un ricaduta in termini economici ma anche culturali di particolare rilevanza).

Occorre puntare ed investire sul turismo e sulla cultura per superare la fase di crisi.
Pur non essendoci molti margini di espansione della città, (dovuto al calo demografico, ed a un processo ormai concluso di inurbamento) occorre capire le situazioni importanti ed intervenire con idee di progetto, puntando alla qualità dell'architettura degli edifici.

Sergio Cinelli Consigliere Comunale e Presidente della Commissione Consiliare Urbanistica e LL.PP.:

Limitandoci all'aspetto della valorizzazione delle risorse culturali occorre porre attenzione sulla valorizzazione del centro storico.
Questo può essere ottenuto attraverso un censimento degli orti e dei giardini presenti nel centro storico, evidenziandone le peculiarità quali ad esempio la presenza di numerosi pozzi, con il tempo parzialmente spariti.
Occorre inoltre un'attenta riperimetrazione dei confini del centro storico, individuando opere e strutture che eventualmente potrebbero essere ricomprese, per una loro riqualificazione funzionale allo sviluppo del centro stesso.
Sarebbe importante valorizzare le sponde dei fiumi Tronto e Castellano, alla stregua di tante città europee (Parigi, Roma, ecc.)
Un altro aspetto importante è legato alla valorizzazione del Pianoro del colle san Marco anche per recuperarlo ai fini di turismo più sviluppato e qualificato.
Secondo il Consigliare Cinelli le attività partecipative dovrebbero essere estese a tutta la fase operativa di stesura del PRG.

Arch. Prezzavento in rappresentanza dell'Associazione Legambiente:

"Sottolineo con rammarico che questo incontro si sarebbe potuto fare all'inizio dell'incarico del prof. Cervellati.

Sottolineo con piacere che l'Ordine degli Architetti abbia recepito un'idea di Legambiente di fare il concorso di idee internazionale per l'area Carbon; tale concorso sarebbe funzionale ad un vero recupero della città che non sia una mera speculazione edilizia.
L'area deve esser un centro di rilevanza culturale a carattere internazionale. Una delle prime indicazioni di Legambiente erano quelle di individuare spazi museali e fieristici all'interno dell'area Carbon.

Il PRG deve puntare alla qualità anche nel centro storico in cui vi è molto da fare e che deve diventare attraente per fermare l'abbandono dei cittadini.

Occorre recuperare le prime indicazioni che furono offerte da Cervellati nella prima bozza di Piano, per puntare alla qualità del costruito (riqualificazione del centro storico, recupero di edifici vuoti, adeguamento sismico per rendere attraente il centro storico, museo della scienza), così come per l'area Carbon che comunque prima di tutto va bonificata seriamente, portando via i rifiuti pericolosi e non come è stato fatto a Campolungo.

Legambiente è disponibile a collaborare sulla qualità del costruito e sulla qualità della vita dei quartieri.

Geologo Capponi - Consigliere Ordine dei Geologi delle Marche:
L'Ordine dei Geologi delle Marche ritiene prioritario procedere ad una valorizzazione delle sponde e delle cave dimesse per creare percorsi naturalistici e piste ciclabili.
Altra problematica riguarda la necessità che l'espansione urbanistica venga indirizzata verso aree non interessate da dissest o comunque problematiche di natura geologica o idrogeologica.

Gaetano Rinaldi in rappresentanza dell'Associazione Italia Nostra:
In occasione del precedente incontro con l'arch. Cervellat, l'§associazione aveva già provveduto ad avanzare alcune considerazioni sul ruolo della città.

La città di Ascoli ha avuto tre momenti di grande splendore quando la sua influenza andava oltre i propri confini amministrativi, ora invece il suo ruolo si è ridotto per una chiusura entro i propri confini cui ha fatto seguito la nascita di nuove potenzialità attrative dei luoghi e delle aree di espansione delle città confinanti.

Altro fenomeno che ha contribuito alla decadenza della città è stato lo sviluppo urbanistico verso est avvenuto a scapito del centro che è diventato così periferia.

L'inversione di tendenza può essere data solo con la nascita di un distretto culturale che attraverso la valorizzazione delle risorse interne crei nuovi posti di lavoro. Occorre recuperare l'opzione culturale e vedere nel patrimonio storico-culturale architettonico del centro storico ed in quello naturalistico della città, la possibilità di creare un distretto culturale.

Valorizzare le risorse culturali comporterebbe:

  1. investire nella capacità attrattiva del centro storico recuperando nuovi residenti e nuove attività culturali;
  2. tutelare e preservare i pochi spazi liberi rimasti e le ville storiche picene non ancora vincolate;
  3. recuperare l'offerta abitativa dei molti edifici vuoti e non utilizzati del centro storico (ad ex vicino al distretto militare);
  4. è necessario prevedere una riutilizzazione intelligente delle chiese inutilizzate che rispetti l'edificio: ad esempio la proposta dell'associazione per San Pietro in Castello è quella di creare un centro di documentazione della pittura del Crivelli( le cui opere sono sparse in tutte il mondo) con laboratori che ospitino artisti nonché con spazi di esposizione delle opere. Si devono creare attività che creino occupazione e ricchezza e non strutture vuote che non servono;
  5. altra proposta, mutuata dal Comune di Ferrara, è la valorizzazione dell'opzione culturale: addizione verde a tutela di 1800 ha del territorio di Ferrara che rimane nella piena disponibilità dei proprietari ma con vincoli di destinazione ed uso (agricoltura biologiche, ...) con premialità di ordine fiscale e finanziamenti europei; in questo modo si potrebbe preservare tutta la quinta intorno alla città; è questa una iniziativa a costo zero perché non ci sarebbe bisogno di esproprio si chiede ai proprietari ed agli utilizzatori il rispetto di alcune regole;
  6. 6. utilizzazione dei parchi fluviali, ma anche impegnarci perché si crei un parco urbano all'interno della città (salvaguardia dell'area contigua all'Istituto Tecnico Agrario);
  7. creazione di percorsi fruibili dalla popolazione anziana;

Massignani Mariolina in rappresentanza dell'associazione Archeoclub d'italia, sede di Ascoli Piceno:

Il Centro storico di Ascoli è un "unicum" di grandissimo valore, tuttavia gli abitanti sono indotti ad allontanarsene per una qualità della vita resa piuttosto difficile dai fenomeni di inciviltà che si registrano ormai quotidianamente.
In particolare, la vita notturna nel centro storico è lasciata a se stessa, come del resto in altre zone della città fra cui San Marco, e ciò rende impossibile un utilizzo civile della città.

E' necessario prestare maggiore attenzione nella pianificazione ed abbandonare le logiche utilitaristiche per concentrarsi sulle vere esigenze del cittadino, che subisce le scelte di pianificazione.

Esempio di una pianificazione sbagliata è il quartiere di Monticelli che è stata voluto, progettato e inserito nel contesto territoriale ed è stato anche subito dai residenti.

Merita ben altra attenzione il nostro centro storico, sia da un punto di vista della tutela ambientale che della tutela della vita.

Attenzione anche allo scenario che sta intorno alla città, dove le colline verdi cedono il passo a veri bunker di cemento a differenza di altre realtà territoriali come Lucca dove c'è un rispetto per questi scenari paesaggistici che circondano in centro storico.

Il futuro della città stà nella cultura, nella storia e non nella mera ricerca dell'aumento del numero di residenti.

L'ultima cosa sul PPAR è di prestare attenzione a salvare il "salvabile"; in tal senso l'auspicio è quello di collaborare per fornire indicazioni sulla salvaguardia di alcuni elementi significativi e peculiari della città e del suo territorio.


Il Sindaco Castelli interviene per un saluto e per chiarire lo scopo e l'intento dei tavoli di concertazione avviati dall'Amministrazione.

Galanti Nazzareno in rappresentanza dell'associazione Provincia Nova


La prima considerazione riguarda Ascoli città capoluogo che deve conservare tale status anche ora che ha una Provincia purtroppo dimezzata. Ascoli deve conservare questa centralità per ragioni di carattere direzionale e per l'importanza storica culturale artistica che ha sempre avuto.

Un recente convegno tenutosi presso la locale Facoltà di Architettura ha analizzato quali potrebbero essere gli effetti di un terremoto di elevata magnituto nel centro storico della città di Ascoli e quali le azioni da porre in essere per attuare una politica di prevenzione.
Ascoli non è per fortuna in una zona particolarmente pericolosa e i terremoti non supererebbero mai un certo grado di magnitudo: il rischio è legato maggiormente alla mancanza di manutenzione di alcuni edifici per i quali l'effetto dell'ultimo terremoto aquilano si è fatto sentire (Palazzo Comunale, Chiesa di Sant'Angelo Magno, chiesa di S. Maria della Carità, ecc.).
E' necessario quindi attuare una serie di interventi di restauro e recupero conservativo degli edifici del centro storico, al fine di garantire una efficace prevenzione ai terremoti si verificano periodicamente nel nostro territorio.


L'ing.Pasquale Ubaldi chiarisce il suo intervento sulla salvaguardia e valorizzazione del centro storico e per quanto riguarda gli edifici pubblici ne auspica un pronto adeguamento sismico, in specie per quelli maggiormente vulnerabili.

Andrea di Bello in rappresentanza del C.A.I.


L'Associazione Club Alpino Italiano propone il progetto "Montagna di Ascoli", tale era infatti l' antico toponimo della Montagna dei Fiori, che mira a valorizzare il territorio attraverso una rete sentieristica - che parte dalla città - fruibile sia per gli escursionisti che per la mountain-bike e per l'arrampicata. Si tratta di un esperienza già sperimentata qualche anno fa con la realizzazione dell'anello del Castellano, in sponda sinistra orografica del torrente.
Il nostro è un territorio che dallo sviluppo della sua rete sentieristica può trovare sicuramente nuove energie turistico-culturali.


Il C.A.I. è una delle più antiche associazioni presenti sul territorio, sono stati celebrati da poco i 125 anni della sezione, trascorsi alla scoperta di un notevole patrimonio che andrebbe valorizzato e non disperso.
Si propone pertanto di creare un Museo della Montagna per valorizzare questo forte legame del territorio con la sua montagna.
L'associazione sottolinea inoltre una specifica necessità contingente rappresentata dalla sede dell'associazione, che dovrebbe possibilmente essere localizzata nell'area di San Salvatore di Sotto, in direzione della Montagna dei Fiori.


De Angelis dell'Associazione Cittadinanza Attiva:
"Il contributo che l'Associazione vuole dare, riguarda gli aspetti legati all'arte-cultura e al verde.
Due aspetti importanti di Ascoli meritano di essere approfonditi:

  1. importanza e bellezza del centro storico della Città; viene apprezzato l'indirizzo di valorizzare il centro cittadino attraverso un recupero funzionale che favorisca il ritorno dei residenti.
  2. sotto l'aspetto ambientale si sottolinea una carenza, soprattutto per i quartieri limitrofi al centro storico; infatti già nella redazione dei PPE negli anni 80 veniva sottolineato come l'urbanizzazione fosse avvenuta in maniera disordinata. Negli ultimi anni tale processo non è stato invertito ed è stata portata avanti una edificazione senza provvedere alla dotazione di urbanizzazioni e spazi fruibili, al fine di migliorare la qualità della vita delle persone che vi abitano".

Gianni Ferretti dell'Associazione "La Corolla":
"per quanto riguarda il quartiere di Monticelli si sottolinea come questo sia il quartiere più popoloso di Ascoli, pertanto si auspica che nell'attuazione del P.R.G. ed in particolare del Contratto di Quartiere si dia molto risalto e potenziamento ai servizi alla persona, alla qualità degli spazi lungofiume.
Sarà anche opportuno prevedere un servizio di video sorveglianza in alcuni punti significativi nonché una nuova Farmacia perché una sola è poco per l'ampiezza del quartiere


L'Assessore Lattanzi precisa che per la nuova farmacia, che dovrà servire la zona est di Monticelli, è stata già individuata una idonea posizione in località Brecciarolo.

Geom. Pierluigi Lucidi del Collegio dei Geometri della Provincia di Ascoli Piceno.

Secondo il rappresentante del Collegio dei Geometri sono stati sottovalutati alcuni aspetti, in particolare quelli economici legati agli investimenti necessari per l'attuazione di un PRG.
Il centro storico è una delle componenti più importanti del territorio, ma non vanno tralasciate le frazioni dove è necessario avviare una serie di interventi di recupero e di miglioramento nella dotazione di servizi .


In conclusione di seduta l'Assessore Lattanzi comunica le date dei prossimi due incontri previsti per il 19 e 26 novembre p.v..

Invita i presenti a predisporre un documento di sintesi che sarà discusso e valutato durante l'ultimo incontro del tavolo tecnico.

Alle ore 12,30 la seduta viene sciolta.